Le vaccinazioni secondo “Forum”: intervista al prof. Bonanni

Il 9 gennaio 2014, la nota trasmissione Forum ha rappresentato un “caso giuridico” legato al mondo dei vaccini.

La storia riguarda due genitori, in lite per un risarcimento che il Ministero della Salute avrebbe riconosciuto a loro figlio. Il bambino, infatti, sarebbe divenuto autistico dopo la somministrazione di un vaccino. Il prof. Paolo Bonanni è stato invitato, in qualità di esperto, a commentare la vicenda in studio.

Professor Bonanni, secondo lei è utile, per una corretta informazione sui vaccini, portare in televisione casi come quello di Forum?

«Sarebbe utile se i casi fossero realistici e facessero riferimento a situazioni che si possono davvero verificare con la vaccinazione. Per essere corretti, andrebbero però raccontati anche i casi in cui la mancata prevenzione provoca un problema di salute, ad esempio quando il vaccino viene rifiutato o non è disponibile. Insomma, bisognerebbe insistere meno sui presunti danni da vaccino, quando ci sono casi autentici di danno da malattia».

Nel corso della trasmissione si è parlato di scarsa informazione da parte dei medici ai genitori. Si è affermato, inoltre, che non viene fatta l’anamnesi al bambino prima di vaccinare: è vero?

«I servizi vaccinali sono dotati di procedure standard. E il Piano nazionale vaccinazioni richiede, tra i criteri di qualità raccomandati per gli ambulatori vaccinali, che si garantisca un’informazione uniforme ai bambini e ai genitori. Certo, può succedere che qualche operatore non segua le indicazioni date dalle autorità, ma si tratta di eccezioni. È scorretto affermare che l’anamnesi non viene mai fatta».

Ma è poi così importante questo colloquio iniziale?

«Sì, perché la raccolta di informazioni sul bambino serve a evitare o minimizzare eventuali problemi. In fondo i vaccini sono prodotti biologici: come i farmaci, non sono esenti da effetti avversi. Nell’anamnesi, inoltre, vengono indagate eventuali motivazioni per rinviare la vaccinazione e le controindicazioni assolute. Chi ha queste controindicazioni può essere tutelato solo vaccinando le altre persone, garantendogli così una protezione comunitaria. Chi rifiuta la vaccinazioni per motivi ideologici, e non per reali motivi medici, mette in pericolo questa parte della popolazione».

Torniamo all’episodio di Forum. Al centro del dibattimento c’era un caso di autismo da vaccinazione. Parlandone, la conduttrice ha qualche volta usato l’espressione “numeri infinitesimali”. Sembrava cioè lasciare intendere che situazioni come questa si verificano, anche se raramente. Lei lo conferma?

«Non ci sono casi, nemmeno infinitesimali, di autismo provocati dalle vaccinazioni. Questo fatto è stato escluso da almeno venticinque studi validi. In pratica, che l’autismo sia un effetto dannoso dei vaccini non ha mai avuto una conferma scientifica».

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha escluso che i vaccini provochino l’autismo. Ma si insinua che ci siano pressioni da parte delle industrie farmaceutiche…

«È fantasioso sostenere che sia questo il motivo della dichiarazione dell’Oms. Le industrie hanno interesse a commercializzare i vaccini, è ovvio, ma va ricordato che questi non rappresentano la maggior quota del loro profitto. In Italia, ad esempio, i vaccini coprono meno del due per cento della spesa farmaceutica nazionale. Il grosso del mercato riguarda altri farmaci, molecole più semplici e più facili da sviluppare. Dal punto di vista dell’investimento, a un’industria non conviene sviluppare un vaccino. Ma per la sanità pubblica è fondamentale che lo faccia. Perciò, dove sarebbe lo scandalo se qualcuno guadagna producendo qualcosa che ci serve?».

Pressioni a parte, le si potrebbe obiettare che i casi di autismo sono comunque in aumento.

«I motivi dell’aumento non si conoscono, ma sicuramente hanno contribuito i progressi nell’identificare e classificare questi disturbi rispetto a decenni fa. Purtroppo si tenta di attribuire ai vaccini malattie di cui ancora non si conosce la causa, come la sclerosi multipla, le leucemie… Siccome una quantità rilevante dei bambini viene vaccinato, statisticamente alcuni di loro manifesteranno una di queste malattie a distanza di tempo dalla vaccinazione. Ma la malattia comparirebbe a prescindere. Invece la successione temporale tra i due eventi viene presa come criterio per imputare la malattia al vaccino. Contro ogni evidenza scientifica».

Però nella trasmissione si parla di 200 mila euro di risarcimento pagati dal Ministero della Salute… A lei non risultano?

«No. Non esiste in Italia alcun caso di riconoscimento in sede civile di danno di autismo, con risarcimento. Bisognerebbe chiedere agli autori di Forum il perché di questa invenzione, che altrimenti rimane solo un frutto della loro fantasia. Esiste una sentenza di primo grado di indennizzo, che è una cosa diversa. In questo caso non viene riconosciuto un danno in quanto causato dalla somministrazione, ma solo in quanto associato temporalmente a una pratica sanitaria obbligatoria. Inoltre, il giudice si è espresso valutando una sola tesi, l’Avvocatura di Stato non aveva presentato alcuna documentazione. Ci sarà il processo di secondo grado, il Ministero della Salute si difenderà e speriamo venga ribadita la verità scientifica».

MC/AF