Efficacia del vaccino contro la varicella: quindici anni di storia

Nessun aumento di casi tra gli adolescenti dopo l’introduzione del vaccino.

Uno studio americano, pubblicato su Pediatrics, smentisce il fatto che dopo l’introduzione del vaccino si sarebbe potuto verificare un aumento di casi di varicella tra gli adolescenti, spostando la malattia verso maggiori fasce di età.

Prima dell’introduzione del vaccino, avvenuta nel 1995, la varicella era considerata una malattia quasi universale sotto i dieci anni, e benigna, nonostante si registrassero oltre diecimila ricoveri e più di cento morti l’anno. Contro il vaccino si è però obiettato che, proteggendo l’età infantile, avrebbe aumentato i casi tra gli adolescenti, in cui la malattia si manifesta in maniera più grave.

Lo studiocaliforniano, condotto dalla Kpnc (Kaiser permanente Northern California), un sistema sanitario integrato no-profit, ha intervistato circa 8 mila bambini dai cinque ai diciannove anni, o i loro genitori, per cinque diverse annate (1995, 2000, 2003, 2006 e 2009), indagando se avessero mai avuto la varicella o se questa fosse comparsa nell’anno prima dell’intervista. Tutti i soggetti erano stati classificati in base all’età in tre gruppi: 5-9 anni, 10-14 anni e 15-19 anni.

È emerso che, dal 2000 al 2009, la copertura vaccinale è aumentata in tutti e tre i gruppi, sfiorando il 95 per cento per i primi due e superando il 50 per cento per il terzo. Il dato fondamentale, tuttavia, è la riduzione di nuovi casi di varicella e di ricoveri correlati superiore al 90 per cento in tutti le fasce d’età.

EM/AF

Fonti / Bibliografia

Pediatrics, 2014 - Impact of Vaccination on the Epidemiology of Varicella: 1995–2009