La guerra ha ostacolato la vaccinazione ad almeno quattro persone su dieci.
Da dicembre 2010 a settembre 2012 si sono registrati circa 8 mila casi di parotite nella Federazione di Bosnia-Erzegovina: la più grande epidemia in questo Stato dall’introduzione del vaccino nel 1980, e la più grande epidemia in Europa dal 2008.
La parotite, meglio conosciuta come “orecchioni”, è una malattia contagiosa acuta, causata da un virus, che coinvolge la parotide o le altre ghiandole salivari e che può portare a diverse complicanze (meningite, encefalite, perdita di udito, orchite e pancreatite). Non c’è una terapia specifica e l’unico modo per prevenirla è la vaccinazione.
Di tutti i soggetti ammalati in questo periodo quasi il 40 per cento non era vaccinato, mentre di un altro 31 per cento è sconosciuto lo stato vaccinale. La fascia di età maggiormente colpita è stata quella dei 15-19 anni fino a ottobre 2011, e quella dei 20-29 anni nel secondo anno di epidemia. Tali numeri trovano una spiegazione nel fatto che la guerra che ha coinvolto questa Regione dal 1992 al 1995 non ha permesso di garantire la vaccinazione in modo costante. Per lo stesso motivo, sono andati distrutti molti registri sanitari, e per molti è impossibile sapere se siano stati vaccinati o meno.
Un centinaio di ammalati è stato ricoverato in ospedale e la complicanza più frequente è stata l’orchite. Dei soggetti ricoverati, 80 per cento maschi, circa il 35 per cento non era vaccinato e un altro 35 per cento ha uno stato vaccinale non noto.
EM/AF