Casi in Centro e Sud America e nelle isole del Pacifico.
La chikungunya è una malattia endemica in alcune parti dell’Africa, del Sud-est asiatico e del subcontinente indiano. Non si erano mai rilevate trasmissioni locali (cioè, casi non importati) nelle Americhe prima del 2013.
Globalmente, il più grande e recente focolaio risale al biennio 2005-2006
Nel dicembre 2013, per la prima volta, più isole caraibiche – e recentemente anche il Sud America – hanno segnalato focolai endemici di Chikungunya.
Da ottobre
Sempre da ottobre
Casi sono segnalati recentemente anche in alcuni Paesi dei Caraibi, a gennaio 2015, e in altre nazioni dell’America centrale e del sud (febbraio 2015).
La chikungunya è una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e trasmessa dalla puntura di zanzare infette.
Dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, si manifestano sintomi simili a quelli dell’influenza, come febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti dolori alle articolazioni (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa "ciò che curva" o "contorce"), che limitano molto i movimenti dei pazienti.
Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in pochi giorni, ma i dolori articolari possono persistere per mesi. Rare le complicanze più gravi, come emorragie entro 3-5 giorni, o disturbi neurologici, soprattutto nei bambini. In rarissimi casi la chikungunya può essere fatale, soprattutto in soggetti anziani con altre malattie.
Al momento non è disponibile un vaccino per prevenire la malattia; l’unica prevenzione consiste nell’impedire o ridurre al minimo le punture delle zanzare.
Il Cdc raccomanda di proteggersi dalle punture di zanzara quando ci si reca in uno di questi Paesi a rischio, utilizzando le precauzioni generali: coprirsi con vestiti lunghi e chiari, usare un repellente appropriato e in modo corretto, mettere sempre le zanzariere (meglio se impregnate di insetticida).
In particolare devono proteggersi le persone già a rischio per altre malattie, che dovranno consultare il loro medico di base prima di intraprendere il viaggio:
- persone con artrite;
- persone con malattie croniche (es. pressione alta, diabete, ecc.);
- persone con più di 65 anni;
- donne in gravidanza;
- persone che dovranno stare molte ore all’aria aperta o che faranno un viaggio di lunga durata.
In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se accompagnata da dolori articolari, si raccomanda ai viaggiatori di rientro da queste zone di segnalare al proprio medico, o alla struttura ospedaliera a cui si sono rivolti, i Paesi in cui si sono recati.
RZ/AF